Dai dati dell’Istat e della Lega del Filo D’Oro è stato rilevato che i sordociechi in Italia sono 190mila pari allo 0,3% della popolazione italiana di cui il 60% è confinato in casa.
Una persona è considerata sordocieca quando vi è una complicazione, totale o parziale, della vista e d’udito. Secondo questo studio nella maggioranza dei casi, 7 su 10, i sordociechi hanno difficoltà ad essere autonomi nelle più semplici attività quotidiane: lavarsi,vestirsi, mangiare ed uscire. Inoltre 6 su 10 sono confinate in casa, vedendosi quasi totalmente preclusa una vita sociale e spesso anche affettiva.
La sordocecità è stata regolamentata con la legge N. 107 del 24 giugno 2010 che all’articolo 2 definisce «sordocieche le persone cui siano distintamente riconosciute entrambe le minorazioni, sulla base della legislazione vigente, in materia di sordità civile e di cecità civile».
Purtroppo, però, la sordocecità civile in Italia viene riconosciuta solo a coloro che hanno perduto l’udito entro il 12° anno. Chi perde l’udito e la vista dopo i 12 anni non viene riconosciuta nessuna forma di disabilità e “questo è il primo ostacolo da superare”, afferma Rossano Bartoli, Segretario generale della Lega del Filo d’Oro.
«Se è vero che libertà è partecipazione, purtroppo questo discorso non vale per tutti», dichiara Carlo Ricci, presidente del Comitato Tecnico scientifico ed Etico della Lega. Infatti per queste persone è difficile avere una vita sociale senza una persona o un interprete accanto per superare le varie difficoltà tra cui l’utilizzo dei mezzi pubblici e la cura dei propri interessi.